IL CORNO
Strumento dalle origini
antichissime, deriva il suo nome dal fatto che un tempo era ricavato da
vere e propria corna di animali. Il modello che oggi si utilizza ha i
suoi antenati diretti nei corni da richiamo e da caccia di epoca
medievale e poi rinascimentale, ma nel corso dei tempi ha subito
numerosi perfezionamenti.
E’
costituito da un lungo tubo di circa 4 metri ripiegato a cerchio e
terminante con un’ampia svasatura chiamata “padiglione”. All’inizio
però questo strumento poteva produrre solo pochi suoni: per renderlo
più completo e versatile furono dapprima introdotti i cosiddetti
“ritorti”, varie sezioni di tubo che potevano essere inserite o tolte
dal corpo dello strumento per allungare o accorciare il tubo. In un
secondo tempo, cioè nell’ Ottocento, furono inserite le “valvole” con i
“pistoni”: questo permise al corno di diventare uno strumento
“cromatico” in grado cioè di eseguire tutti i 12 suoni della scala.
I corni oggi adottati in orchestra si chiamano corni doppi in fa-si bemolle in quanto dispongono di tubature che, grazie a un meccanismo azionato da apposito pistone, possono dare gli armonici di ambedue le note fondamentali. Il corno ha estensione assai ampia; di suono morbido ma intenso, è capace di notevoli differenziazioni dinamiche, e viene usato soprattutto come strumento di armonia (note tenute) o ritmico, ma frequentemente anche in passaggi melodici e virtuosistici.