IL FLAUTO TRAVERSO


Usato fin dall’epoca medievale, non è più in legno, ma in leghe metalliche o in argento: è così chiamato per la posizione in cui viene tenuto dall’esecutore. E’ uno strumento di grande agilità, dal timbro assai netto e limpido.

Il moderno flauto traverso è lungo 70 cm ed ha una canna cilindrica munita di  fori di eguale diametro la cui chiusura è regolata da un sistema di chiavi; esso è il risultato delle ricerche e delle invenzioni di Bohm, il quale modificò radicalmente lo strumento in uso ai suoi tempi. Di origine antichissima, noto in Europa fin dal Medioevo, il flauto traverso fu usato sofisticamente nella musica colta almeno dal sec. XVIII; in orchestra era già entrato dal ‘600 con Lully, affermandosi come strumento stabile dalla seconda metà del ‘700 grazie alle notevoli risorse tecniche, al timbro omogeneo, allo smalto del registro acuto, all’agile articolazione.

Dal flauto deriva l’ottavino, di un’ottava più acuto, che costituisce lo strumento più acuto usato in orchestra: ha infatti un timbro acutissimo e penetrante.

Un particolare strumento a fiato che possiede in parte anche caratteristiche tipiche del flauto, è l' ocarina. Questo è uno strumento di terracotta, a forma di testa e becco d' oca (da qui il nome), con otto o dieci fori, di uso popolare, inventato nel 1867 a Budrio da G. Donati, che vi fuse appunto le caratteristiche del flauto e del fischietto.