IL PIANOFORTE


Il pianoforte è uno strumento musicale a corde percosse mediante martelletti azionati da una tastiera. Fu costruito per la prima volta agli inizi del Settecento (tra il 1698 e il 1700) dal padovano Bartolomeo Cristofori, che era un cembalaro al servizio della famiglia Medici di Firenze. Al 1760-80 risalgono le prime musiche espressamente composte per il nuovo strumento. Possiede attualmente 88 tasti: ogni tasto mette in azione un martelletto ricoperto di feltro che va a percuotere la corda. I suoni gravi sono prodotti dalla vibrazione di una sola corda: man mano che si procede verso l’acuto le corde per ogni suono diventano due e poi tre. I martelletti, in base al principio del cosiddetto “scappamento”, dopo aver percosso le corde ritornano al loro posto originario indipendentemente dal ritorno del tasto in posizione di riposo; nello stesso tempo entrano in gioco gli “smorzatori” di feltro che si sollevano dalle corde solo per il tempo in cui si tiene premuto il tasto; in tal modo si impedisce che le corde continuino a vibrare oltre il voluto e che creino così risonanze inopportune. Nato come strumento con cassa armonica e telaio orizzontali ( e per questo detto “a coda”, “a mezza coda”, “a quarta coda”, a seconda delle dimensioni), ai primi dell’Ottocento venne affiancato da un modello più piccolo con cassa armonica e telaio posti verticalmente: da qui il nome di “ pianoforte verticale”, più adatto agli ambienti casalinghi. Il pianoforte possiede anche due pedali: quello di destra, detto “di risonanza”, serve ad allontanare gli “smorzatori” dalle corde: queste possono così continuare a vibrare liberamente, aumentando la sonorità e la fusione dei vari suoni. Il pedale di sinistra, detto “a una corda”, serve viceversa ad attutire la sonorità; può funzionare in due modi: nei pianoforti “a coda” sposta tutta la meccanica dei martelletti leggermente verso destra in modo che i martelletti stessi percuotano solo una delle due o tre corde dei suoni medio-acuti; nel pianoforte verticale invece avvicina un poco i martelletti alle corde, diminuendo così la loro corsa e quindi anche l’intensità dei suoni. Inoltre il pianoforte verticale può possedere un terzo pedale, posto al centro degli altri due e detto “sordina”: con l’inserimento di un panno fra i martelletti e le corde esso rende ovattata la sonorità dello strumento attenuando il suono. Grazie alla sua ampia estensione (più di sette ottave), alla sua natura polifonica ed alla sua ricchezza timbrica e sonora il pianoforte è uno degli strumenti più diffusi. Affermatosi ai tempi di Mozart, è stato usato sia come strumento “cantante” (ad esempio da Chopin), sia come strumento capace di delicate e irreali atmosfere (ad esempio da Debussy), sia come vero e proprio strumento a percussione, in grado di produrre suoni secchi e martellati (ad esempio da Bartok).