IL REPERTORIO MUSICALE DELL' ORCHESTRA DI FIATI MEDITERRANEA CITTA' DI AMANTEA

TRASCRIZIONI PER BANDA

- "66 Festive & Famous Chorales for Band" (arr. Frank Erickson);

- "'A Mantia" di Michele Sconza Testa (mus. Cipriano Martire);

- “Aida (Fantasia dell'Opera)" di Giuseppe Verdi (trascr. Angelo De Paola);

- "Andante et Allegro" di J. Guy Ropartz (trascr. Stefano Calderone);

- "Ave Maria" di Charles Gounod (arr. A. De Paola);

- “Cieli Stillate” (Corale Antico) Anonimo;

- "Carmen (Fantasia)" di G. Bizet (arr. Angelo De Paola);

- “Casta Diva” di Vincenzo Bellini (arr. Angelo De Paola);

- "Concierto de Aranjuez (Adagio)" di Joaquìn Rodrigo (arr. Angelo De Paola);

- "Coro di schiavi Ebrei - Sulle sponde dell'Eufrate" di G. Verdi (arr. A De Paola);

- "Il Pastore Svizzero (fantasia per flauto solista e banda)" di Pietro Morlacchi (arr. M. Netti);

- "Intermezzo Sinfonico della Cavalleria Rusticana" di Pietro Mascagni (arr. Angelo De Paola);

- "Italia Libera" di Michele Novaro (trascr. Antonella Bona);

- "La Bandiera Italiana" di Michele Novaro (trascr. Fulvio Creux);

- "Là ci darem la mano" (Duettino from "Don Giovanni") di W. A. Mozart (arr. A. Bona);

- "La Forza del Destino" (Sinfonia dall'opera) di Giuseppe Verdi (arr. A. De Paola);

- "La Gazza Ladra (ouverture)" di G. Rossini (arr. A. De Paola);

- "La Spigolatrice di Sapri" di Michele Novaro (trascr. Fuvlio Creux);

- "La Traviata (Preludio Atto I)" di G. Verdi (arr. A. De Paola);

“Le Sette Parole dell’Agonia di N. S. G. C.” di L. M. Falduti (arr. Angelo De Paola);

- "Largo al factotum" (Cavatina Atto Primo dal "Barbiere di Siviglia") di G. Rossini (arr. M. Tamanini);

- "Light Cavalry (Cavalleria Leggera) di Franz Von Suppé (trascr. Wil Van Der Beek);

- “Madama Butterfly (Un Bel Dì Vedremo)" di G. Puccini (arr. Angelo De Paola);

- “Nabucco” di G. Verdi (arr. Angelo De Paola);

- “Nessun Dorma” di G. Puccini (arr. Angelo De Paola);

- "Non più andrai farfallone amoroso" (from "Le Nozze di Figaro") di W. A. Mozart (arr. A. Bona);

- "O mio babbino caro" di G. Puccini (arr. Sandj Smith);

- "Oblivion" di Astor Piazzolla (arr. Angelo De Paola);

- "Panis Angelicus" di Cesar Franck (arr. A. De Paola);

- "Pirates of the Caribbean: At World's End" di Hans Zimmer (arr. Jay Bocook);

- "Roma e Venezia (Gran Polka Nazionale)" di Michele Novaro (trascr. Antonella Bona);

- "Salve Maria" di Saverio Mercadante (arr. A. De Paola);

- "Sinfonia della Norma" di Vincenzo Bellini (arr. Angelo De Paola);

- "Star Wars Saga" di John Williams (arr. Johan De Meij);

- "The Godfather Saga (Il Padrino)" di Nino Rota/Carmine Coppola (arr. Marcel Peeters);

- “The Hebrides (Fingal’s Cave) Overture” di Felix Mendelssohn – Bartodly (arr. Juan Vicente Mas Quile);

- “The Phantom of the Opera (selection)” di Andrei Lloyd Webber (arr. by Warren Barker);

- "Variazioni in do per clarinetto e piccola orchestra" di Gioacchino Rossini (arr. Giuseppe Gloria);

- "Vesti la giubba" (da "Pagliacci") di Ruggero Leoncavallo (arr. A. De Paola).


“Aida (Fantasia dell' Opera)" di Giuseppe Verdi (trascr. Angelo De Paola)

È una fantasia della celebre opera di Giuseppe Verdi scritta in occasione dei festeggiamenti dell’apertura del canale di Suez nel 1870. Fra i brani citati si ha modo di ascoltare anche: Se quel guerriero io fossi…Celeste Aida; Numi pietà; la danza sacra delle sacerdotesse; Gloria all’Egitto (con la famosa marcia trionfale); ecc. La sequenza dei brani scelti, comunque, non rispetta quella cronologica dell’opera.

“Ave Maria" di Charles Gounod (arr. A. De Paola)

L'Ave Maria di Bach/Gounod è una delle più famose e registrate composizioni sul testo in lingua latina dell'Ave Maria. Scritta dal compositore francese Charles Gounod nel 1859, è costituita da una melodia sovrapposta al Preludio No. 1 in do maggiore dal I Libro del Clavicembalo ben temperato (BWV 846), composto da J.S. Bach circa 137 anni prima (Gounod aggiunse una battuta al cambio di armonia del preludio). Esistono arrangiamenti per molti strumenti musicali di detta opera, e fra questi per violino e chitarra, quartetto d'archi, pianoforte, violoncello ed anche trombone. L'Ave Maria viene spesso eseguita nelle chiese cristiane in occasione dei matrimoni. Viene spesso incisa da cantanti pop e d'opera, oltre che da cori.

“Concierto de Aranjuez (Adagio)" di Joaquin Rodrigo (arr. Angelo De Paola)

Il Concierto de Aranjuez è probabilmente l'opera più nota di Joaquín Rodrigo, uno dei compositori spagnoli più famosi del dopoguerra. Scritto all'inizio del 1939 a Parigi, in un'atmosfera tesa per le ultime vicissitudini della guerra civile spagnola e per l'imminente seconda guerra mondiale, costituisce la prima opera scritta da Rodrigo per chitarra e orchestra. La strumentazione è unica, dal momento che è raro trovare una chitarra solista che si confronta con il suono prodotto da un'intera orchestra. Ciò nonostante, la chitarra non viene mai coperta, pur rimanendo l'unico strumento solista per l'intera esecuzione. Il concerto è suddiviso in tre movimenti, Allegro con spirito, Adagio e Allegro gentile. L’Adagio è divenuto ormai uno dei più celebri al mondo.

“Coro di schiavi Ebrei - Sulle sponde dell'Eufrate " di G. Verdi (arr. A De Paola)

"Va, pensiero" è uno dei cori più noti della storia dell'opera, collocato nella parte terza del Nabucco di Giuseppe Verdi, dove viene cantato dagli Ebrei prigionieri in Babilonia. Il Nabucco è spesso letta come l’opera più risorgimentale di Verdi, poiché gli spettatori italiani dell’epoca riconoscevano la loro condizione politica in quella degli ebrei soggetti al dominio babilonese e così questo coro di ebrei fu interpretato proprio come una metafora della condizione degli italiani soggetti al dominio austriaco. Il coro, definito da Rossini come «una grande aria cantata da soprani, contralti, tenori, bassi», che nella breve introduzione orchestrale ha sonorità sommesse e misteriose, alternate ad un improvvisa violenza e maestosità per finire con le ultime battute in pianissimo, sembra proprio voler evocare quei luoghi cari e lontani di cui parlano i versi. Nabucco è la terza opera di Giuseppe Verdi e quella che ne decretò il successo. Fu composta su libretto di Temistocle Solera e fece il suo debutto il 9 marzo 1842 al Teatro alla Scala di Milano. Pochi forse sanno che, in origine, il nome dato da Giuseppe Verdi alla sua opera fosse "Nabucodonosor" ma, data la lunghezza dello stesso sulla locandina, venne diviso in due righe e cioè "Nabuco" e, a capo, "Donosor" ma la gente faceva caso solo alla prima riga. Da qui la diffusione e la modifica del nome dell'opera in "Nabucco".

“Il Pastore Svizzero (fantasia per flauto solista e banda)" di Pietro Morlacchi (arr. M. Netti)

Il Pastore svizzero di Pietro Morlacchi unisce il belcanto del melodramma italiano al virtuosismo brillante, esplosivo, festoso e spensierato. Insomma un brano accattivante affidato alla dolcezza del flauto traverso. 

“Là ci darem la mano" (Duettino from "Don Giovanni") di W. A. Mozart (arr. A. Bona)

In “Là ci darem la mano” Don Giovanni irrompe in una festa paesana mentre due giovani del popolo, Zerlina e Masetto, stanno per sposarsi; allontana Masetto con la prepotenza ed invita Zerlina a seguirlo in un casottino lì vicino, abbagliandola con la prospettiva di una vita da signora e non più da contadina. Zerlina esita, poi cede. L’atteggiamento di Zerlina (esitazione dapprima, poi cedimento) determina la struttura musicale del brano, che è diviso in tre parti:
• La prima battuta dell’uno e poi dell’altra, quattro righe ciascuno, nelle quali i due espongono le proprie intenzioni o desideri;
• La parte centrale, fatta di due battute ciascuno, alternate, ogni battuta una riga soltanto. Questa è la scelta di Mozart-DaPonte per rendere l’incalzare della tentazione.
• Il duetto finale (“Andiam, andiam”) cantato insieme – ad esprimere il cedimento finale di Zerlina e la raggiunta unione d’intenti.
Il Don Giovanni (titolo originale: Il dissoluto punito ossia il Don Giovanni, K 527) è un'opera lirica in due atti di Wolfgang Amadeus Mozart. È la seconda delle tre opere italiane che il compositore salisburghese scrisse su libretto di Lorenzo Da Ponte (che era al servizio dell'imperatore d'Austria), il quale attinse a numerose fonti letterarie dell'epoca. Essa precede Così fan tutte (K 588) e segue Le nozze di Figaro (K 492), e venne composta tra il marzo e l'ottobre del 1787, quando Mozart aveva 31 anni. Il Don Giovanni è considerato uno dei massimi capolavori di Mozart, della storia della musica e della cultura occidentale in generale. In esso vi è il riflesso di tutto il genio mozartiano e di un Settecento musicale giunto ormai all'apice del suo fulgore e alle porte dell'ormai prossimo Romanticismo.

“La Forza del Destino" (Sinfonia dall'opera) di Giuseppe Verdi (arr. A. De Paola)

La forza del destino è un'opera in quattro atti di Giuseppe Verdi. Il debutto italiano avvenne al Teatro Apollo di Roma il 7 febbraio 1863, con il titolo Don Alvaro. La seconda versione, per la quale Verdi aggiunse la celebre sinfonia, compose un nuovo finale e operò numerose altre modifiche, debuttò al Teatro alla Scala di Milano il 27 febbraio 1869. Verdi compose la sinfonia con l’intento che potesse presentarsi non solo come preludio all’opera, ma anche come una composizione a sè stante. E ben presto divenne il cavallo di battaglia delle esecuzioni concertistiche. Dopo la prima di “Un ballo in maschera” Verdi rimase inattivo per due anni, fino a quando un contratto con il Teatro di Pietroburgo non lo spinse a comporre “La forza del destino”, su un libretto di F. M. Piave tratto dale dramma di A. De Saavedra. La prima ebbe luogo il 10 novembre 1862 a S. Pietroburgo con notevole successo sia di pubblico sia di critica, anche se parecchi giornali ne criticarono la mole eccessiva. E’ bene ricordare che in un secondo tempo l’autore sentì il bisogno di modificarne alcune parti. E’ una storia complessa che ha come protagonista l’infelice Leonora destinata a morire trafitta dalla spada vendicatrice del fratello. Sin dalle prime note della Sinfonia venivano introdotti nel pieno del dramma tre accordi, secchi, che ribadiscono la tonica e che simboleggiano il destino funesto che si abbatterà sulla protagonista. Comincia subito il primo tema vero e proprio: atmosfera sinistra ed inquieta che nel corso dell’opera verrà sempre legato a Leonora e con la maledizione del padre morente.

"La Gazza Ladra (ouverture)" di G. Rossini (arr. A. De Paola)

"La Gazza Ladra" è un'opera lirica di Gioacchino Rossini su libretto di Giovanni Gherardini. La prima rappresentazione ebbe luogo il 31 maggio 1817 al Teatro alla Scala di Milano. L'opera, un tempo famosissima, viene oggi rappresentata raramente, mentre è rimasta nel repertorio sinfonico questa magnifica sinfonia dell'opera caratterizzata da un ritmo danzante, da una vitalità dovuta ai rilanci sempre più caricati nel crescendo e dalla ripetitività tematica, tutte caratteristiche tipiche rossiniane. L’ouverture (in italiano apertura) è quindi un brano musicale che introduce un'opera lirica o una qualunque composizione musicale (cantata, oratorio, balletto). Fra le composizioni che vengono premesse alle opere, si possono ricordare, oltre alla ouverture, il breve preludio e appunto la sinfonia all'italiana, che pur avendo la stessa funzione di fare da introduzione, hanno forme diverse.

"La Traviata (Preludio Atto I)" di G. Verdi (arr. A. De Paola);

"La traviata" è un'opera in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave, tratto dalla pièce teatrale di Alexandre Dumas (figlio) La signora delle camelie; viene considerata l'opera più significativa e romantica di Verdi e fa parte della "trilogia popolare" assieme a Il trovatore e a Rigoletto. La prima rappresentazione avvenne al Teatro La Fenice di Venezia il 6 marzo 1853 ma, a causa soprattutto d’interpreti non all’altezza e della scabrosità dell'argomento, si rivelò un sonoro fiasco; ripresa l’anno successivo con l’interpretazione di un cast più valido e retrodatando l'azione di due secoli, riscosse finalmente il meritato successo. Dopo questo profondo e toccante preludio, il sipario si apre mostrando un elegante salone della casa parigina di Violetta Valery, dove lei, donna di mondo, attende gli invitati. In musica, un preludio (dal latino praeludium) è generalmente un brano piuttosto breve, di solito senza una forma codificata, collocato all'inizio dell'esecuzione di una composizione o di una sua parte. Esso si differenzia dalla ouverture e dalla sinfonia, per forma e durata. Un preludio strumentale era originariamente un breve brano suonato in maniera estemporanea, prima dell'esecuzione del pezzo vero e proprio. Si sviluppò probabilmente dalla naturale tendenza di ciascun musicista di scaldare il proprio strumento suonando alcune note prima di iniziare. In molti casi è eseguito a sipario chiuso, più raramente a sipario aperto, eventualmente abbinato ad un'azione scenica. Nella Traviata sono presenti due preludi: questo iniziale dell’Atto I e quello del terzo atto

“Le Sette Parole dell’ Agonia di N. S. G. C.” di L. M. Falduti (arr. Angelo De Paola)

Tra i momenti liturgici (o paraliturgici) che appartengono ormai a un sentire religioso del passato e, quindi, alla memoria di impalpabili emozioni fortemente vissuti, vi sono le Sette Parole, pronunziate da Gesù nelle tre ore di agonia sulla croce. Nello svolgimento dei riti del Venerdì Santo – proprio da mezzogiorno fino alle 15, l’ora nona giudaica – il momento dell’agonia assumeva connotazioni di grande partecipazione e coinvolgimento dei fedeli, prima della commovente Adorazione della Croce, che quei riti concludeva e che oggi invece esaurisce la cosiddetta liturgia dell’hora nona. La riforma liturgica del concilio Vaticano II, nell’intento di snellire i tempi della ritualità in Parasceve, in realtà ha eliminato con le Sette Parole proprio quanto in ambito latino, controriformista e mediterraneo poteva essere considerato il corrispettivo della Passione oratoriale nell’ambito della riforma luterana. Entrambe le strutture seguono il tracciato ternario della Liturgia della Parola (tratta dal vangelo di Giovanni e dai Sinottici), il commento dottrinario (affidato al predicatore quaresimalista, corrispondente all’aria solistica dell’oratorio tedesco e, più specificatamente, bachiano) e la preghiera comunitaria (inni devozionali o corali veri e propri). Le Sette Parole di N. S. G. C. sulla Croce su testo di Pietro Metastasio furono poste in musica per «due Tenori, due Bassi e Coro con accompagnamento d’Organo» dal Canonico Lorenzo Maria Falduti. La musica del Falduti risente del clima ottocentesco in cui è stata composta, dunque dell'influenza operistica evidente negli spunti verdiani. Questa fu la motivazione che spinse ad abbandonare l'uso delle "Sette Parole" dalla Liturgia, la quale vedeva più consone, nell'uso liturgico, melodie tradizionali. La strumentazione e l’orchestrazione per banda di "Le Sette Parole dell'Agonia di N.S.G.C.", su commissione del dr. Nazareno Scerra, è stata curata dal Maestro Angelo De Paola utilizzando un manoscritto a firma del copista Giovanni Licastro datato Delianuova (RC) 15 marzo 1931 e rappresenta il primo esempio di oratorio sacro per fiati e coro presentato al pubblico per la prima volta in assoluto dall'Orchestra di Fiati Mediterranea Città di Amantea il 10 Aprile 2006 a Polistena (RC) e successivamente in tour per la Calabria.

“Largo al factotum" (Cavatina Atto Primo dal “Barbiere di Siviglia”) di G. Rossini (arr. M. Tamanini)

Largo al factotum è la cavatina di Figaro (baritono) nella seconda scena del primo atto del Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini. Egli si presenta come il tuttofare della città, oltre che come barbiere (infatti factotum viene dal latino, che letteralmente significa "colui che fa qualunque cosa"), vantando la propria popolarità. Figaro afferma ciò perché a quel tempo i barbieri non si limitavano a tagliare barbe e capelli, ma esercitavano più mestieri, tra i quali alcune forme di medicina. Costituisce un pezzo di bravura per i baritoni, la cui tecnica è messa alla prova dai numerosi scioglilingua, tipici dell'opera buffa, ed è inoltre uno dei pezzi più celebri del repertorio operistico classico. La strumentazione per banda della Cavatina del primo atto “Largo al Factotum” di Gioacchino Rossini è stata fatta in assoluta aderenza alla partitura originale per orchestra, nell’intento di rendere il suono del Complesso di accompagnamento al solista leggero e rispettoso della vocalità del cantante, così come risulta dalla Partitura orchestrale. Nella versione per organico di symphonic band è previsto, in alternativa all’esecuzione di Figaro, l’uso dell’euphonium che sia come estensione che come fraseggio e timbro sonoro ben si presta a sostituire la voce prevista dalla partitura originale.

“Light Cavalry (Cavalleria Leggera)” di Franz Von Suppé (trascr. Wil  Van Der Beek)

L’ouverture di Die Leichte Kavallerie (Cavalleria leggera, 1866), una delle trenta operette pressoché dimenticate di Franz von Suppé, che con le sue agili galoppate e la sua sorridente marzialità costituisce una delle prime creazioni in uno stile prettamente viennese, ricco di “Passione, nostalgia, sensualità, penetrante, calda voglia di lagrime, desiderio di oblio e di vita” come meglio lo definii Johann Strauss (figlio).

"Madama Butterfly (Un Bel Dì Vedremo)” di G. Puccini (arr. Angelo De Paola)

È una fantasia della celebre, nonostante l’insuccesso della prima rappresentazione, opera pucciniana. La musica di questa fantasia riflette tutto il dramma che da li a poco porterà la bella Cio-Cio-San a farsi harakiri. In pratica una delle più coinvolgenti arie d' opera del nostro melodramma.

"Nabucco" di G. Verdi (arr.Angelo De Paola)

La Sinfonia dall’Opera “Nabucco”, scritta pochi giorni avanti la prima rappresentazione dell’opera portata in scena per la prima volta a Milano nel Marzo del 1842, Nabucco è una delle opere di Verdi più conosciute. Questa Sinfonia è costruita come una sorta di pot-pourri dei temi principali dell’opera, anche se l’idea principale è quella della ferma opposizione degli Ebrei alla tirannia del despota Nabucodonosor. Come in altre opere verdiane anche in questo dramma lirico vengono inneggiati i valori patriottici cui il musicista era particolarmente legato. Nabucco, re di Babilonia, pagherà il prezzo della sua sete di potere, mentre gli schiavi ebrei, sulle sponde dell’Eufrate, piangono la bella e perduta Israele.

“Nessun Dorma”di G. Puccini (arr. Angelo De Paola)

La più celebre aria tenorile della Turandot di G. Puccini, di grande impatto e slancio. La principessa  è  intenzionata a scagliare contro il principe ignoto la propria ira; vuole conoscere il nome dello straniero e ha ordinato che "nessun dorma in Pechino" e tutti devono impegnarsi per scoprire quel nome.

“Non più andrai farfallone amoroso” (From "Le Nozze di Figaro") di W. A. Mozart (arr. A. Bona)

Il primo atto delle "Nozze di Figaro" si conclude con quella che è senza dubbio l'aria più celebre di tutta l'opera, nonché uno dei brani più noti e orecchiabili dell'intero repertorio mozartiano. Il Conte ha appena deciso che Cherubino dovrà arruolarsi nel suo reggimento, a Siviglia, e Figaro preannuncia al malcapitato paggio la vita spartana che lo attende sotto le armi. Tornando al "Non più andrai", la struttura musicale è in forma di rondò: il brano esordisce con un tema allegro e melodico (con l'orchestra che accompagna in maniera deliziosa la voce del cantante), che verrà ripetuto per tre volte in alternanza con altri temi via via più energici e tonitruanti, per terminare in una marcia trascinante e parodistica, sulla quale i personaggi escono di scena. Il brano serve a Figaro per prendersi gioco di Cherubino, ricordandogli come dalla sua nuova vita militare saranno esclusi vezzi, galanterie e donne, ma anche e soprattutto del Conte e delle istituzioni che egli rappresenta. In un certo senso, infatti, è proprio al suo padrone che Figaro sta rivolgendo le sue parole: è lui il "farfallone amoroso" che dovrebbe smettere di insidiare le donne altrui!

"O mio babbino caro" di G. Puccini (arr. Sandj Smith per eufonio solista e banda)

Di certo è una delle più belle arie della letteratura operistica italiana. L' autore è Giacomo Puccini, l'opera è di Gianni Schicchi, ideata su di un breve episodio dell' inferno della Divina Commedia, l'aria è quella di Lauretta: O mio babbino caro.

"Panis Angelicus" di Cesar Franck (arr. A. De Paola)

Panis Angelicus è il primo verso della penultima strofa dell'inno latino Sacris solemniis, composto da San Tommaso d'Aquino. L'inno fa parte di una liturgia completa da lui scritta per la solennità del Corpus Domini, sia per la Messa che per l'Ufficio. La strofa che comincia con le parole Panis angelicus ("pane degli angeli") è stata spesso musicata separatamente dal resto dell'inno. La versione più famosa è quella di César Franck (Compositore, organista e docente di musica belga) che nel 1872 scrisse una partitura per tenore, organo, arpa, violoncello e contrabbasso; in seguito incorporò l'inno nella sua Messe à troi voix (Op. 12). La sua esecuzione più celebre fu quella di John McCormack al Phoenix Park di Dublino, ma l'inno è stato cantato, tra gli altri, da Luciano Pavarotti, Plácido Domingo, Roberto Alagna, come anche dai soprani Magda Olivero e Renata Tebaldi.

"Oblivion" di Astor Piazzolla (arr. Angelo De Paola)

Celeberrimo tango del grande musicista e compositore argentino Astor Piazzolla, ritenuto tra i migliori virtuosi ed innovatori del genere. Il brano crea una magica atmosfera che in questa versione può essere affidata al suono intenso e melodico del sax o del clarinetto.

"Pirates of the Caribbean: At World's End" di Hans Zimmer (arr. Jay Bocook)

Si tratta della coinvolgente colonna sonora della popolarissima saga di "Pirati dei Caraibi" e quindi delle avventure di Capitan Jack Sparrow e dei suoi fidati pirati. In particolare si fa riferimento al terzo film "Pirati dei Caraibi - Ai Confini del Mondo" preceduto da "La Maledizione della Prima Luna" e da "La Maledizione del Forziere Fantasma". E' in pratica un collage dei seguenti brani del famosissimo compositore di usiche da film Hans Zimmer: Drink Up ME Hearties, One Day, Up is Down e Hoist The Colours.

"Sinfonia della Norma" di V. Bellini (arr. Angelo De Paola)

La Norma di Vincenzo Bellini, tragedia lirica scritta da Felice Romani, fu rappresentata per la prima volta a Milano il 26 dicembre 1831. Il suo debutto fu un insuccesso totale e l'intera platea della Scala ammutolì in un sentenzioso silenzio. Ma questo fiasco fu il preludio di una fortuna straordinaria, già dalla prima replica in poi. Eroina tragica di un'opera in cui natura e melodia tutto ordinano e avvolgono, e che, a discapito del primo insuccesso, non è mai uscita dal repertorio dei teatri di tutto il mondo.

"Star Wars Saga" di John Williams (arr. Johan De Meij)

Una selezione dei principali temi delle famosissime colonne sonore della mitica saga cinematografica di Guerre Stellari composte da John Williams, direttore d’orchestra e compositore statunitense, vincitore di 5 premi Oscar appunto per le miglior colonne sonore. Il successo della colonna sonora di Guerre Stellari, completamente sinfonica, ha ridato grande impulso e slancio al successivo utilizzo di musica sinfonica (talvolta affidandosi a celebri orchestre) nei film. Nel primo film della saga, Una nuova speranza, Williams si ricollega a Holst, Walton e Stravinsky, creando musiche classiche; invece nei successivi si distanzierà da quel tipo di musica, incorporando riferimenti moderni. Questo arrangiamento per banda di Johan De Meij contiene i seguenti brani:
- Star Wars (Main Theme): il più famoso tema della saga, che ricorda a tratti le composizioni di Erich Wolfgang Korngold, riconosciuto da tutti e associato con l'immagine stessa della serie: Luke, l'eroismo e l'avventura. Lo si sente all'inizio di ogni film e durante i titoli di coda. È usato interamente soltanto in Una nuova speranza e nella scena finale de La vendetta dei Sith. Nel 1978 ha vinto il Grammy Award Best Instrumental Composition.
- Yoda's Theme: un tema gentile che presenta il maestro Yoda, e che fa capolino in tutti i film della saga, ad esclusione de Una nuova speranza, in cui non compare il personaggio. La composizione rappresenta inoltre gli insegnamenti del maestro e le lezioni che Luke impara da questi.
- The Imperial March o (Darth Vader's Theme): il tema rappresenta l'Impero Galattico, e in particolare il personaggio di Dart Fener. È il motivo che più di tutti è stato consacrato come icona della cultura cinematografica e popolare.
- Princess Leia's Theme: il tema, associato al personaggio di Leila Organa, rappresenta il lato romantico e ingenuo della principessa, e viene usato principalmente in Una nuova speranza.
- Force Theme (o Binary Sunset): di tutti i motivi conduttori della serie, il tema della Forza è il più difficile da sviluppare e da associare ad un singolo concetto. Nel corso della saga, rappresenta Obi-Wan Kenobi, i Jedi e la Forza dalla quale traggono i loro poteri. Appare anche in momenti significati dei film, grazie al suo tono regale e potente.
- The Throne Room.

“The Godfather Saga (Il Padrino)” di Nino Rota/Carmine Coppola (arr. Marcel Peeters)

A 30 anni dalla morte di Nino Rota, straordinario musicista compositore che insieme ad Ennio Morricone rappresenta l’emblema della musica da film, l’ Orchestra di Fiati Mediterranea vuole rendergli un tributo eseguendo una selezione di musiche tratte dalla celebre trilogia de “Il Padrino” (vincitore del premio oscar per la colonna sonora) nell’arrangiamento di Marcel Peetes.

“The Hebrides (Fingal’s Cave) Overture” di Felix Mendelssohn – Bartodly (arr. Juan Vicente Mas Quile)

L’overture dal titolo Le Ebridi è una delle più celebri composizioni di Felix Mendelssohn Bartholdy, addirittura Wagner che non amava nè Mendelssohn né la sua musica la definì «una delle più belle opere musicali che noi possediamo». Inspirato durante la visita delle Isole Ibride in Scozia l’overture fu composta nel 1929 con il titolo iniziale de L’isola solitaria e poi La grotta di Fingal durante  Ouverture meglio conosciuta come La Grotta di Fingal. È un opera di elevate difficoltà che mette a dura prova le capacità tecniche degli strumentisti. La ascoltiamo nella trascrizione per banda di Juan Vicente Mas Quiles.

“The Phantom of the Opera (selection)” di Andrei Lloyd Webber (arr. Warren Barker)

È una selezione del famoso e fortunato musical  di Looyd Webber autore fra l’altro di Catz e Jesus Christ Superstar. L’arrangiamento è di Warren Barker.

“Variazioni in do minore per clarinetto e piccola orchestra” di Gioacchino Rossini (arr. Giuseppe Gloria)

Le variazioni per clarinetto e piccola orchestra vennero composte da Gioacchino Rossini nel 1810, durante l’ultimo anno di studio al Liceo Musicale di Bologna, e con molta probabilità dovevano essere destinate a un saggio scolastico.

“Vesti la giubba” (da "Pagliacci") di Ruggero Leoncavallo (arr. A. De Paola)

Vesti la giubba, conosciuta soprattutto come Ridi, pagliaccio! o "Recitar", è un'aria dell'opera Pagliacci di Ruggero Leoncavallo che si ispira a un delitto realmente accaduto a Montalto Uffugo (CS), in Calabria, quando il compositore era bambino, e in seguito al quale il padre, che era magistrato, istruì il processo che portò alla condanna dell'uxoricida. Viene intonata alla fine del primo atto da Canio, che si prepara per la commedia nel ruolo di Pagliaccio, nonostante abbia scoperto, avvisato da Tonio, il tradimento della moglie Nedda. Quest'aria rappresenta il concetto di "clown tragico", che apparentemente non presenta nessun turbamento, ma che al di fuori del suo ruolo è continuamente frustrato. Sicuramente, uno dei motivi del successo popolare dell'opera risiede anche nella prima registrazione discografica del 1904 con Enrico Caruso quale protagonista; il disco è ricordato come una pietra miliare dell'allora nascente industria discografica, essendo stato il primo ad aver superato il milione di copie vendute.